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Vite in bilico nel quartiere di Tor Bella Monaca (Life in Balance)

(english version below) Di Marco Palladino   [cliccare qui per la gallery completa sul sito di Marco] [cliccare qui per la selezione di S4C] Il quartiere di Tor Bella Monaca rappresenta in maniera molto articolata gran parte delle questioni che attanagliano larghi strati della popolazione che vive nelle aree più disagiate della Capitale d’Italia.

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E’ un quartiere con una storia unica e problematica, nato già con un destino di vero ghetto per ospitare molte famiglie povere, da diverse estrazioni e problematiche sociali (molti anche gli ex detenuti) che non possono permettersi un alloggio e devono usufruire dell’edilizia popolare. Insieme ad altre aree dell’Ottavo municipio di Roma raccoglie al suo interno una domanda di servizi sociali enorme, servizi che sono a carico dell’amministrazione pubblica e da questa demandata ai vari gestori (cooperative sociali) che hanno in appalto tale delicatissimo incarico. Il quartiere ha conosciuto moltissime situazioni di allarme ed è passato alla ribalta per diversi episodi di degrado e cattiva amministrazione, tuttavia è un luogo che proprio per la sua natura problematica nasconde anche molte iniziative che sono tanto più pregevoli (e sconosciute) proprio perché totalmente autogestite dai cittadini, con lo scopo di rivalutare culturalmente e socialmente il territorio in cui vivono, spesso, anzi quasi sempre, nell’assenza delle istitituzioni pubbliche.

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Questo è vero in parte.  Il Teatro di Tor Bella Monaca e altri servizi sociali sono stati possibili grazie alle amministrazioni locali, ma un cambio di amministrazione può significare una catastrofe per intere famiglie. L’amministrazione pubblica, in luoghi di frontiera sociale come questi, rappresenta l’unico interlocutore tra il cittadino e le istitutizioni capitoline e nazionali e oscilla tra un ruolo di unico referente per erogare servizi fondamentali ai cittadini e al contempo grave ostacolo alla piena realizzazione di inziative associative o private importanti, laddove come troppo spesso accade in questo paese, la cosa pubblica è amministrata con modalità quasi feudali. La corruzione è un nodo fondamentale dell’Italia, che si situa ormai nelle classifiche internazionali in posti come quelli dell’Uganda, intorno od oltre il 70mo. Il caso dell’Ottavo Municipio è davvero esemplare di questo momento nazionale. L’amministrazione locale ha in maniera poco trasparente dirottato le già poche risorse comunali destinate a servizi fondamentali quali l’assistenza ai disabili, agli anziani non autosufficienti, siano esse in forma di assistenza domiciliare e nelle scuole siano esse in strutture ospitanti che offrono un’assistenza più attiva (come i centri diurni), ad altri servizi totalmente superflui (o quanto meno secondari), come il servizio di risposta talefonica ai problemi degli anziani Il denaro pubblico è davvero poco ma quello che stupisce è che in tempi di crisi profonda come questi, ancora la nostra nazione veda una classe politica amministrare la cosa pubblica in maniera a dir poco torbida e al rischio di compromettere assistenze fondamentali e posti di lavoro qualificati, senza che ci si preoccupi nemmeno di confrontarsi con i cittadini su selte così critiche. In tempi come questi la trasparenza dovrebbe essere in cima alle priorità di qualsiasi classe politica. Ovviamente c’è assai poco da stupirsi, è così che marcia ancora gran parte del paese. In luoghi come l’Ottavo Municipio di Roma, affamato di servizi sociali, la sospetta corruzione o la semplice incapacità di gestione del denaro pubblico da parte della classe politica non sortiscono solo l’effetto di paralizzare l’economia ma anche quello di mettere in ginocchio intere famiglie dall’oggi al domani. Famiglie con anziani invalidi o figli disabili, cui viene sottratto anche il sostentamento minimo. Nelle storie che presentiamo c’è anche la battaglia intrapresa dagli utenti di più coperative sociali presenti sul territorio, in gran parte anziani invalidi o bisognosi di assistenza perché non autosufficineti, che a causa del dirottamento improvviso dei fondi destinati ai centri diurni e ad altri servizi alla persona rischiano di dover chiudere entro pochi mesi. Diverse richieste di incontro con i dirigenti pubblici non hanno mai trovato risposta, costringendo quindi gli anziani sterssi a presidiare le aule consigliari per ottenere una risposta dalle istituzioni. L’ultima occupazione è avvenuta il giorno 22 Ottobre, si rischiava infatti che entro un mese tutti i fondi venissero sospesi. Nella galleryanche alcuni ritratti degli anziani, disabili e non, all’interno del centro diurno che li ospita, dove svolgono varie attività ricreative e formative, che permettono loro una interazione sociale continua e stimoli culturali che nella solitudine dell’assistenza domiciliare non potrebbero sperimentare. Marco Palladino —

Life in Balance in the neighborhood of  Tor Bella Monaca in Rome

(by Marco Palladino) [click here  to see Marco Palladino’s complete gallery] [click here to see S4C selection] The neighborhood of Tor Bella Monaca shows in a very large part most of the issues that afflict large segments of the population living in the suburbs of the capital of Italy. It ‘s a neighborhood with a unique history and specific problems, it was already born with a destiny of ghetto to house many poor families from different backgrounds and social exclusions (including many ex-prisoners) who can not afford an home and need to access the social housing. Along with other areas of the Eighth Municipality of Rome this suburban district attracts a huge demand for social services, services which are in charge of the public administrations and of social enterprises who have contracted such a delicate task.

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The neighborhood has seen a lot of alarming situations and has gone into the headlines for many episodes of degradation and mismanagement, but it is a place that despite its problematic nature hides many valuable initiatives that are completely self-managed by the people, with the aim to culturally and socially re-evaluate this territory in which they live, and is often made, indeed almost always, in the absence of public institutions. This is true in part. The Theater of Tor Bella Monaca and other social services were possible thanks to local authorities. Government in such social frontiers like this suburb, is the only intermediate between people and municipal or national governments and oscillates between a role of single resource of vital services to citizens and at the same time a role serious obstacle to the full realization of important associative or private initiatives. This ambiguity too often happens in this country, where the public affairs seem to be managed in an almost feudal manner.

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Corruption is a major concern it Italy, which now lies in international rankings in positions like those of Uganda, over or around the 70th. The case of the Eighth Municipality is truly exemplary for this national moment. The local administration in a very non-transparent series of acts has reallocated the already limited resources for basic social services such as those for the disabled people or the not self-sufficient elders, whether are these provided in the form of home or school care whether are provided in special structures that offer a more active assistance (day care centers). Public money is very little today but what surprises is that in times of deep crisis such as these, in this country a very unclean use of public money still can so negatively affects basic services and skilled jobs, and local administrations do not even bother to deal with the public stakeholders. In times like these, transparency should be the top priority of any political class. Obviously there is little wonder, that’s still the way it is run most of the country. In places such as the Eighth Municipality of Rome – which is so starved of vital services – corruption or the simple inability to manage public money by the political class are responsible not only for paralyzing the economy but also to bring down the welfare of entire families. Families with elderly disabled children, to whom also a minimum of welfare is subtracted. In the stories we present here, there is also the struggle initiated by users of a cooperative enterprise in the social area, mostly elderly, disabled or in need of vital assistance. The protest is due to the sudden shift of funds for day-care centers and other services to the person, that risk to close within a few months. Several requests to meet with politicians have never been answered, thus forcing the people to occupy the municipality to get a response from the institutions. The last occupation took place on 22 October, in fact there was a risk that within a month all funds were suspended.

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In the gallery we also present some portraits of the elderly, disabled or not, in the day-care center, where they undo various recreational and training activities, which allow them a continuous social interaction and cultural stimulus what in the solitude of the home-care they could not experience Marco Palladino




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