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Oltre il Muro / Beyond the wall

(a story of Adriana Miani)

- english version below -

Dopo varie difficoltà burocratiche è arrivato il giorno del mio pass presso il carcere circondariale femminile di Rebibbia.

Superati i controlli, mi guardo intorno: tutto è pulito e ordinato. Tra gli alberi mi colpisce una palazzina e il vociare di bimbi, mi volto e vedo, nel giardino antistante la struttura, bambini e mamme che giocano: è il nido dove le detenute vivono con i loro bambini fino a quando non avranno espiato la pena.

adriana-miani_05Entro nella struttura principale, attraverso corridoi lunghissimi e incrocio detenute che incredibilmente mi salutano e sorridono. Suono ad un portone di ferro che viene azionato dalle guardie, mi presento e vengo autorizzata ad andare al “gabbiotto”, così si chiama il luogo dove le ragazze di cui vi parlerò passano la maggior parte della giornata. In questa stanza di 30 mq circa l’Associazione Gruppo Idee ha promosso un laboratorio sartoriale e lì trovo tante ragazze di varie nazionalità che convivono in questo ambiente. Realizzano borse, manufatti di vario genere ed abbigliamento con il brand NeroLuce. Sono ragazze che vanno dai 30 ai 50 anni hanno commesso reati di vario genere ed attendono la fine pena per ricominciare a vivere.

“E’ una parentesi”, “E’ una pausa” dicono.

Parlano, ridono, si arrabbiano, mangiano, lavorano è tutto il loro mondo, non amano stare in cella, preferiscono trascorrere il loro tempo qui per non pensare (frase ricorrente).

Chiedo a due di loro che cosa hanno fatto il primo giorno che hanno avuto il permesso di uscire: “mi sono seduta su una panchina in un parco ed ho telefonato alla mia mamma”, “Sono andata a vedere il mare”.

Azioni normali, ma per loro respirare aria di libertà crea grandi emozioni, come al rientro grande sofferenza.

adriana-miani_08Allontanarsi nuovamente dagli affetti è di grande sconforto. Alcune di loro hanno figli grandi e piccoli, si vergognano, sono preoccupate per il loro futuro. Sono impegnate a trovare un modo per dimostrare che hanno sbagliato, ma hanno colto al volo la possibilità di riscattarsi, iniziare un nuovo percorso di vita.

Ho avuto la possibilità di condividere con loro attimi di gioia come:

Piangere nel ricevere la comunicazione di fine pena

Felicità nel ricevere l’autorizzazione a partorire fuori e poter tornare al proprio paese per espiare l’ultimo anno di detenzione ai domiciliari

Solidarietà e condivisione di ciò da parte delle altre che aspettano il loro turno che prima o poi giungerà.

Ho partecipato anche alla realizzazione di una sfilata di moda di abiti da sposa organizzata dall’Associazione. Che emozione!

adriana-miani_15Tutte volevano provare gli abiti, gli accessori, si sono fatte truccare e pettinare senza lamenti: “fammi una foto così truccata   e pettinata, così la mando al mio fidanzato” “fotografami con questa bella borsa, la mando alla mia famiglia”

Inizia la sfilata: non sono certo modelle, ma l’orgoglio di aver partecipato ad una giornata speciale è palpabile. In passerella sono fiere, belle, felici come se si fossero riappropriate della loro femminilità mai dimenticata, solo rimossa. Donne con la D maiuscola grazie a trucco, parrucco e tacchi. Le altre sedute lungo il parterre incitano, applaudono, urlano. Sensazioni indescrivibili.

Le mie protagoniste si chiamano Allegra, Deniz, Lucia, Nicoletta, Maria, Rita, Roxana, Veronica.

Le ritengo speciali perché con senso di responsabilità ammettono di aver sbagliato, ma con lucidità hanno deciso di rimettersi in gioco.

Infrangono così gli schemi che le vorrebbero senza prospettive.

Il loro viaggio è iniziato nel momento in cui hanno deciso di non vivere più nel buio, ma di ricucire la loro esistenza.

Questo lavoro è un omaggio alla loro voglia di riscatto.

 

Adriana Miani /S4C

 

Galleria Fotografica

Beyond the wall

(a story ofAdriana Miani)

"It's a parenthesis", "It's a break " they say.

Talk, laugh, get angry, eat, work is their whole world, do not like being in the cell, they prefer to spend their time here to not think (recurring phrase).

adriana-miani_03I ask two of them what they did on the first day they had the permission to leave: "I sat on a bench in a park and I called my mother", "I went to see the sea".

normal actions, but for them to breathe the air of freedom creates great emotions, like the great suffering return.

Move away again from the affections is of great distress. Some of them have large and young children, are ashamed, are worried about their future. They are committed to finding a way to prove that they were wrong, but they jumped at the chance to redeem himself, to start a new life path.

I had the opportunity to share with them moments of joy as:

Crying in receiving the communication end of their sentence

adriana-miani_07Happiness in receiving permission to give birth out and be able to return to their country to atone for the final year of detention under house arrest

Solidarity and sharing what by the other waiting for their turn sooner or later will come.

I also participated in the creation of a fashion show of wedding dresses organized by the Association. What an emotion!

All they wanted to try on clothes, accessories, make up and comb it without complaint are made: "show me a photo so made up and coiffed, so I send to my boyfriend" "fotografami with this beautiful bag, I send to my family"

Start the parade: Models are not sure, but the pride of having participated in a special day is palpable. On the catwalk they are proud, beautiful, happy as if they had riappropriate of their femininity never forgotten, only removed. Women with a capital D, thanks to makeup, wigs and heels. The other sessions along the parterre incite, applaud, yell. Feelings indescribable.

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My protagonists are called Allegra, Deniz, Lucia, Nicoletta, Maria, Rita, Roxana, Veronica.

I feel special because responsibly admit you were wrong, but lucidly decided to get back into play.

Thus breaking the patterns that would no prospects.

Their journey began when they decided to no longer live in the darkness, but to mend their existence.

This work is a tribute to their desire for redemption.

Adriana Miani




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