(Music Break) Jazz Photography/Scatti di Jazz

photo: Carlo Terenzi per S4C

photo: Carlo Terenzi per S4C

This time we take a music break. I’m very glad to introduce a new S4C photographer, Carlo Terenzi, who – apart for a real attitude toward social photography – has a passion for music and Jazz photography.

Yes, because he believes (and those shots prove it) that a photo can blend notes and gestures.

After all, photography – like Jazz – can be improvisation and instinct.

Here are his beautiful photographs

Antonio

——-

Scatti di Jazz

di Carlo Terenzi

www.carloterenzi.com

http://www.flickr.com/photos/mambo75/

Si può fotografare la musica? Si può fermare il jazz in uno scatto? A molte persone queste domande sembreranno surreali, eppure c’è chi considera la fotografia jazz una vera e propria arte a sé. Personalmente è il genere che preferisco, un mondo particolare che mi attrae e mi conquista ogni volta, mi regala forti emozioni e anche tante soddisfazioni.

photo: Carlo Terenzi per S4C

photo: Carlo Terenzi per S4C

Agli inizi i risultati non erano molto soddisfacenti, scatti imprecisi e abbastanza scadenti.

Assolutamente da non sottovalutare, nei concerti jazz o cmq di musica cosiddetta “black”, è la scarsa illuminazione ed i frequenti cambi di luce, che insieme rendono il lavoro ancora più difficile. Questo è uno dei motivi per i quali chi inizia a cimentarsi con questo genere di foto, troverà nei primi lavori grande delusione, ma niente paura, come si dice, bisogna far tesoro degli errori per evitare di ripeterli in futuro!

Carlo Terenzi per S4C

Carlo Terenzi per S4C

Spesso e volentieri questo genere di musica si suona in club o teatri, luoghi cmq “intimi”, non molto affollati. Il pubblico, in queste circostanze, generalmente si trova nelle immediate vicinanze del palco, e di conseguenza a distanza ravvicinata dai musicisti e, proprio per questa ragione, bisogna prestare particolare attenzione a non disturbare la visuale. Insomma non è proprio comodissimo e tantomeno facile fotografare il jazz.

Personalmente, ho ben impresse nella memoria le parole di un’amica fotografa, che  mi disse agli inizi della mia “carriera”: “presta attenzione a non disturbare,  non interrompere, almeno non prima di avere ben  in mente l’obiettivo, il tuo scatto, quello che hai fotografato già nella tua testa, pensa all’inquadratura, regola la macchina, parti, scatta e torna al posto!”. Lo spazio di un click per catturare un’emozione. Una foto ben riuscita può far rivivere a chi guarda la stessa sensazione, il clima puro del live. E’ questo che mi appassiona della fotografia jazz.

photo: Carlo Terenzi per S4C

photo: Carlo Terenzi per S4C

I musicisti jazz hanno un animo speciale, una sensibilità particolare, suonano anche con il corpo, ecco, forse è proprio questo il nocciolo, il senso della fotografia jazz, miscelare in una foto corpo e note, in modo da poter creare una piacevole “melodia” visiva, ma anche uditiva, perché talvolta ciò che riesce a trasmettere un’immagine, va ben oltre il semplice sguardo.

Carlo Terenzi

photo: Carlo Terenzi per S4C (CLICK TO SEE THE GALLERY)

photo: Carlo Terenzi per S4C (CLICK TO SEE THE GALLERY)




There are 3 comments

Add yours
  1. Pasquale Senatore

    Anch’io da poco ho iniziato a dedicarmi alla fotografia musicale ed in particolare al jazz.Concordo con Carlo sugli errori iniziali e sulla possibilità di riuscire a fotografare la musica e le emozioni che trasmettono i musicisti.Bisogna,secondo me,lasciarsi trasportare dalla musica ed emozionarsi ad ogni scatto per arrivare a quello che coniuga in modo perfetto musica e musicisti.


Post a new comment

one × four =