Struttura2

Impressioni umane

Il mito dell’energia nucleare nella Francia del dopoguerra

(testo e foto di Hugo Albignac/S4C Parigi)

Sono un membro di Shoot4change da Settembre 2011

Attraverso le mie fotografie, mi impegno a mettere in discussione oggetti, strutture, edifici ovvero ‘oggetti-cantastorie’ che, abbandonati in natura, narrano l’appropriazione da parte dell’uomo del suo spazio geografico. Questi oggetti rivelano un modo di vita in una determinata epoca e tessono i fili che legono i diversi momenti di uno stesso luogo.

(cliccare per la gallery di Hugo Albignac)

Interessarsi alle ‘impressioni’ lasciate dall’uomo permette di cogliere la confusione esistente nel decoro tra gli elementi naturali e le strutture artificiali imposte alla natura dal loro creatore come se fossero eterne. Gli oggetti-cantastorie vogliono dunque ricordare la responsabilità delle impressioni lasciata in eredità dall’uomo-creatore alle generazioni future.

 La riflessione su questi oggetti – in contemporanea con la redazione di un articolo sull’energia nucleare dopo Fukushima in Italia e Francia per il settimanale, LEFT – Avvenimenti – mi ha portato a considerare il caso delle centrali nucleari in Francia come un esempio paradigmatico degli oggetti-cantastorie. Esse possono rivelare sia la creazione del mito dell’energia nucleare in Francia nel dopoguerra sia l’esempio di continuità storica per un paese che si rappresenta come simbolo della modernità, politica, sociale e scientifica.

Mi auguro di sviluppare questo tema in una prossima mostra fotografica.

Vivo a Parigi, dove sono nato nel 1979 e mi sono specializzato in sociologia delle istituzioni politiche alla Sorbona. Ho recentemente collaborato con il servizio Agenda 21 del comune di Padova nell’ambito del programma europeo Leonardo. Da maggio 2011 lavoro per la rivista italiana LEFT – Avvenimenti come corrispondente da Parigi. Dal 2000 sono impegnato nel campo teatrale come attore per la compagnia Théâtre péripherique e come giornalista per la rivista culturale francese Cassandre.

Ho iniziato a guardare il mondo attraverso l’obiettivo a 12 anni. Nel 2005 ho ereditato la Minolta SRT 101b di fine anni 70 di mio padre e d’allora ho deciso, grazie ad essa, di far emergere la genealogia dell’impatto umano nel suo spazio dalle mie fotografie, scattate in giro, laddove l’uomo ha lasciato la sua impronta.

(cliccare per la galleria di Hugo Albignac)

Ho realizzato due mostre fotografiche in Francia: a Limoges con il titolo Figé comme un mouvement (settembre 2010) e a Parigi con il lavoro Métal en nature (giugno 2011). Ho recentemente esposto (luglio 2011)

 in Italia, a Salerno, il lavoro Impressioni umane.




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